venerdì 12 giugno 2020

STEP#25 - PUNTI DI VISTA DIFFERENTI

Berlino, 2020
Durante il primo venerdì di ogni mese si tiene l’incontro di John F. e Mia O., due amici d’infanzia, i quali discutono spesso di istanze culturali, scientifiche e letterarie.
L’argomento del mese di marzo è stato il relativismo con tutte le sue sfaccettature.
I due iniziano a raccontare i propri viaggi e le proprie esperienze sottolineando come il pensiero e il modo di vedere la realtà possa differenziarsi da persona a persona.

John:  Quest’estate sono stato in Medio Oriente ma penso di non tornarci più.
Mia: Come mai? A me hanno detto che è da visitare, inoltre la cultura orientale deve essere particolare perché diversa dalla nostra.
John: Un po’ troppo particolare a dire la verità.
Mia: Perché ne parli così?
John: Sono in disaccordo con le loro usanze e con i loro costumi perché secondo me è una società che non si è sviluppata abbastanza.
Mia: Guarda che questi sono solo una serie di stereotipi e luoghi comuni che hanno influenzato l’opinione pubblica. Infatti ci sono stati spesso numerosi equivoci e letture distorte della realtà, tutte causate dagli storici conflitti che, dai tempi delle Crociate all’era coloniale, hanno cristallizzato pesanti barriere ideologiche, tanto da racchiudere nella superficialità l’idea che si ha del Medio Oriente.
John: Guarda che un aspetto negativo che ha questa terra è quello di presentare molte comunità differenti per cultura, lingua e religione.
Mia: È proprio questa la particolarità del Medio Oriente in quanto costituisce una ricchezza maggiore rispetto a noi occidentali.
John: Allora che mi dici della condizione delle donne e del fatto che debbano indossare il velo? Ti sembra normale che una religione debba imporlo?  
Mia: Guarda che la questione del velo è in realtà un falso problema.
John:  Ma come fai a dirlo… non vedi tutto quello che dicono i media?
Mia: Ti ricordo che nel mondo europeo fino a non molti anni fa le contadine indossavano un fazzoletto in testa e lo facevano per un senso di autoidentificazione, e imporre loro di toglierlo sarebbe stato considerato quanto meno stravagante. 
Capisci allora che quello che tu pensi riferito all’oriente, è una condizione esistita anche qui in Europa.
Quindi non puoi pensare che esista semplicemente la tua realtà, anche perché come vedi esistono tante verità differenti. Se ad esempio tu fossi nato in quei luoghi, in questo momento penseresti le stesse cose riferite all’occidente. Capisci dunque che in realtà tutto ciò che ci circonda è relativo.
John: Non l’avevo mai vista sotto questo punto di vista e riconosco l’importanza del tuo ragionamento.
Ognuno di noi ha una propria verità ma non vuol dire che la visione altrui sia sbagliata.

giovedì 11 giugno 2020

STEP#24 - SINTESI FINALE

Il termine relativodal latino "Relativus" , può assumere diversi significati a seconda dei contesti in cui viene utilizzato.
Il relativismo è una posizione filosofica che nega l'esistenza di verità assolute o mette criticamente in discussione la possibilità di giungere a una loro definizione assoluta e definitiva. In Europa se ne riconosce la prima comparsa all'interno della sofistica greca. In seguito, posizioni relativiste furono espresse dallo scetticismo antico e moderno come ad esempio Montaigne e Montesquieu. 
Fin dalla sua nascita, il termine, è stato oggetto di contestazioni, ad esempio, lo stesso Platone fu il primo a muovere giudizi all'interno del suo Teeteto.
Il concetto relativista è sempre stato una costante per gli intellettuali, tanto da essere ripreso da Leopardi in una delle sue opere più importanti e dato spunto a Pirandello il quale diede inizio alla crisi esistenziale del novecento. 
Stesso concetto che ha visto un cambiamento anche dal punto di vista linguistico con Chomsky.
Per quanto riguarda il campo scientifico, nel 1905 il fisico Einstein introdusse la teoria della relatività ristretta e successivamente quella generale, che aprirono la strada a nuove scoperte.







sabato 30 maggio 2020

STEP#22 - SERIE TV

Prima puntata
Berlino, 2019
Uma è una giovane ragazza della periferia di Berlino. Vive con sua madre , che lavora in una delle più prestigiose università della città, e le sue tre sorelle.
Spesso dopo scuola raggiunge la madre in università, passando così interi pomeriggi a leggere i vari appunti e dati che venivano annotati.
La fisica la incuriosiva moltissimo, tant’è vero che subito dopo essersi diplomata, decide di iscriversi alla facoltà di fisica e matematica.
Nei primi anni di studi si occupò dei problemi della radioattività, proseguendo quelle che erano le ricerche della madre e affiancandola sempre più nei lunghi pomeriggi in laboratorio.

Seconda puntata
Vienna, 2024
Subito dopo aver terminato l’università riesce tramite il dottorato ad essere accolta nell’Istituto di fisica teorica di Vienna.
Proprio a Vienna incontra un giovane chimico, Bill, con il quale iniziò una collaborazione che durò per i successivi 20 anni.
I due iniziarono a studiare in maniera approfondita quella che era la teoria della relatività di Einstein, soffermandosi sulla nota formula E=mc^2 relativa all’energia.
A partire dal 2030 iniziarono ad essere pubblicati i primi lavori svolti su un’importante intervista internazionale che diedero molta notorietà a Uma.

Terza puntata
Vienna, 2040
È proprio tramite la formula di Einstein che Uma riesce a gettare le fondamenta di un nuovo modo di produrre energia che non danneggi l’ambiente come quella nucleare. Inoltre proseguendo la collaborazione con Bill, scopre nuove particelle che permettono di approfondire e completare gli studi della relatività generale, iniziati quasi 150 anni prima, portandola nel 2057 a vincere il premio Nobel per la fisica.

venerdì 29 maggio 2020

STEP#21 - L'ETICA DEL RELATIVISMO

La concezione relativista, negli ultimi tempi, non ha mancato di essere oggetto non solo di numerosi fraintendimenti, ma anche di reazioni emotive fortemente contrastanti. 

Da un punto di vista etico, l'argomento a difesa della relatività dei valori può essere riassunto nella seguente inferenza: «Culture differenti hanno codici morali diversi. Dunque, non può esserci alcuna verità oggettiva in ambito morale. Giusto ed ingiusto sono solo una questione di opinioni, e le opinioni variano da cultura a cultura»
L'assurdo dell'argomentazione risiede nel fatto che la conclusione non segue dalla premessa, perché mentre questa riguarda la diversità delle credenze, l'altra ha la pretesa di dirci l'oggettività dei fatti.

Questo è il modo in cui anche K. Popper debellava l'argomento relativista quando affermava che:

<<Se le due parti si trovano in disaccordo, ciò può significare che l'una o l'altra o entrambe sono in errore: questa è la posizione di chi adotta un atteggiamento critico. Quel disaccordo non significa, come pretende il relativista, che entrambe possono avere parimenti ragione. Esse, senza dubbio, possono essere entrambe in errore, anche se non necessariamente. Ma chiunque afferma che essere parimenti in errore significa aver parimenti ragione non fa altro che un gioco di parole o un gioco di metafore>>.

Karl Popper
Inoltre, se, come affermano i sostenitori del relativismo etico , vale il principio di equivalenza di ogni prescrizione morale, ciò non può non avere effetti esiziali sulla società; se infatti non esiste una Verità assoluta di riferimento in base a cui poter distinguere il bene dal male, allora tutto è lecito, affermazione che pretende di porsi a sua volta come una norma assoluta, a dispetto del presunto carattere "non prescrittivo" del relativismo.


fonti:


STEP#20 - RELATIVISMO LEOPARDIANO

"Tutto è relativo. Questa dev'esser la base di tutta la metafisica" [Z,452]. 

Sebbene enunciata in un contesto di teoria morale, questa "osservazione vastissima" del 1820, ritenuta dal suo autore in grado di distruggere "infiniti sistemi filosofici" [Z, 452], potrebbe essere considerata il fuoco principale intorno a cui ruota l'intero mondo filosofico di Giacomo Leopardi. Con essa il poeta-filosofo si collocava nel cuore del pensiero moderno, di cui indicava uno degli esiti possibili, poiché è già presente nei suoi presupposti e nei suoi fondamenti. Uno dei lati impliciti più estremi della modernità era appunto questo: non esistono "assoluti", né di tipo religioso, metafisico e scientifico, né, tanto meno, di tipo estetico o morale.


G. Leopardi

Frontespizio Zibaldone


Il "vero" più autentico di cui Leopardi sembra essere portatore, infatti, consiste piuttosto nella impossibilità radicale, estrema e assoluta di conoscere il significato di questa perenne metamorfosi. Perché questo significato non esiste in quanto le "cose stanno così perchè così stanno" [Z, 1339] o anche perché l’insieme dei significati attribuiti e attribuibili a essa è comunque uno degli insiemi possibili, relativi al nostro mondo, sia sincronicamente che diacronicamente.

Per Leopardi, infatti, nello stesso spazio storico erano possibili sviluppi differenziati del processo di civilizzazione dei popoli, e in questo potevano darsi - e coesistere - diverse civiltà rispondenti a diversi stadi del processo. 

Fonte:

giovedì 28 maggio 2020

STEP#19 - PENSIERO UTOPICO RELATIVISTA

[u-to-pì-a] s.f.
1 In campo filosofico, disegno di una società perfetta, proiettata in una dimensione spazio-temporale indefinita, nella quale gli uomini dovrebbero poter realizzare una convivenza del tutto felice: l'u. di Marx

Ma qual è essere il criterio per giudicare se un’utopia ha carattere utopico o utopistico? Esistono valori assoluti? Esistono, cioè, cose utopiche in sé e altre utopistiche in sé? Forse, già solo per il fatto che non tutti concordano su cosa sia utopico e cosa invece utopistico, è più corretto ritenere che la pietra di paragone siano gli uomini, in particolare la maggioranza: ciò che ai più pare un progetto utopico, sarà tale; ciò che, viceversa, ai più pare utopistico, sarà utopistico.


Quasi tutti gli “ingegneri” di città utopiche nel corso della storia si sono accorti, o almeno hanno intuito, di come, vivendo in una società, si finisca per adeguarsi ad essa e ai suoi costumi, vivendola come l’unica possibile e non come una fra le tante: quasi come se si venisse assorbiti e inghiottiti dalle sue strutture, perdendo la propria autonomia di pensiero.

Questo avviene, probabilmente, perché il nostro pensiero prende sempre le mosse dal contesto materiale in cui ci muoviamo: così chi vive in Europa troverà assolutamente assurde le usanze invalse in Oriente, senza accorgersi che le sue di Europeo, agli occhi di un Orientale, presentano lo stesso carattere di assurdità. Di ciò si accorsero in primo luogo i Sofisti, con quel loro relativismo che investiva ogni ambito della realtà: ma non furono i soli; nell’età in cui risplendevano i Lumi della Ragione, Montesquieu compose una lettera che immaginava scritta da un gruppo di Persiani in visita a Parigi, destinata a dei loro amici in Persia. Da essa traspare un senso di sconcerto per le usanze europee, così diverse da quelle persiane: l'ovvio e il quotidiano diventano l'assurdo e il grottesco e il lettore viene abituato all'ottica del relativismo culturale.


fonti:



STEP#18 - CHOMSKY E IL RELATIVISMO LINGUISTICO

Ogni lingua stabilisce un sistema di significati relativamente incommensurabile rispetto ad altri sistemi: sulla base di questa premessa, nella prima metà del Novecento, si avanzò l’ipotesi del relativismo linguistico (trattato in questo articolo), per cui si riteneva che a lingue diverse potesse corrispondere una visione del mondo diversa, sulla base del fatto che ogni lingua presta attenzione ad aspetti diversi del reale. La diversità linguistica divenne perciò un modo per predire e spiegare almeno alcuni elementi della diversità cognitiva e culturale.

Il problema della relatività linguistica è stato in gran parte ignorato dai linguisti formali nella seconda parte del ventesimo secolo. Questo è dovuto a due ragioni: la prima riguarda il fatto che Chomsky ha affermato di voler incentrare la ricerca linguistica sulle proprietà universali dei sistemi grammaticali; la seconda consiste in un fondamentale fraintendimento circa il significato del termine “relatività linguistica”, quindi riguardo alla gamma di fenomeni che ne dovrebbero far parte. 

Noam Chomsky

L’immagine stereotipa del relativismo, secondo cui si tratterebbe solo di qualcosa che ha a che fare col diverso numero di parole usate per designare uno stesso concetto, ha senz’altro contribuito a ridurre il possibile impatto teorico del concetto che è invece molto rilevante perché consente di esaminare uno dei paradossi fondamentali della vita umana – ovvero la necessità che ogni individuo ha di usare un codice comune e già definito per esprimere delle esperienze soggettive diverse. Inoltre il relativismo ci costringe da un lato a tener conto del problema del potere delle parole e della libertà relativa che abbiamo di trascendere i limiti del mondo così come è stato costruito mediante pratiche discorsive; dall’altro ci induce a prendere sul serio la tesi di Heidegger, secondo cui non siamo noi a parlare una lingua, ma è la lingua stessa a parlare attraverso di noi.

fonte:

domenica 17 maggio 2020

STEP#17 - ABC DELLA RELATIVITÀ

A. Antropologico
B. Barocco (letteratura relativista)
C. Campo gravitazionale
D. Dilatazione Temporale    
E. Einstein
F.  Fattore di Lorentz
G. Generale
H. Hilbert
I.  Inerziale (sistema)
L. Linguistica
M.  Michelson-Morley
N.  Numerica
O. Onde gravitazionali
P.  Protagora
Q. Quantistica
R. Ristretta
S. Spazio-Tempo
T. Teologico
U. Universo
V. Velocità
Z. Zenone

sabato 16 maggio 2020

STEP#16 - ALBERT EINSTEIN E LA SCOPERTA DELLA RELATIVITÀ

Il 25 novembre 1915, Albert Einstein svela la scoperta dell'equazione di campo alla base della teoria della relatività generale, che rivoluzionerà la fisica moderna
Dalle equazioni di Maxwell veniva fuori, che la velocità della luce si propaga nel vuoto a velocità finita e, soprattutto, costante, un fenomeno inconciliabile con la relatività galileiana.


Nel 1905, il primo intervento di Einstein: lo scienziato, per mettere ordine, formula la teoria della relatività ristretta, che estende i principi di relatività galileiana e toglie al tempo lo status di grandezza assoluta, risolvendo così la contraddizione Maxwell-Galileo. Dalla relatività ristretta, però, emerge anche qualcos’altro: l’insuperabilità della velocità della luce. Che, a sua volta, è in contraddizione con la teoria della gravitazione universale di Newton, secondo la quale le masse esercitano un’azione istantanea le une sulle altre.

venerdì 15 maggio 2020

STEP#15 - ALLA RICERCA DELLA CREPA NELLA RELATIVITÀ GENERALE

Il Modello Standard, insieme alla teoria della Relatività Generale costituiscono la nostra descrizione dell’universo. Teorie che si sono mostrate solidissime nel corso degli anni e che di recente hanno visto l’aggiunta dell’ultimo mattone fondamentale per la sua struttura: l’osservazione del bosone di Higgs, previsto addirittura negli anni ’60. Eppure, proprio ora che il modello è stato coronato da questo spettacolare successo, i fisici sono alla ricerca disperata di una “crepa” nel suo edificio che possa aprire le porte a una nuova teoria.
materia oscura

Il problema è che sia il Modello Standard che la relatività funzionano alla perfezione e le uniche vere criticità vengono dalla cosmologia: sono la materia oscura e l’energia oscura, due enigmi senza risposta nella fisica attuale che insieme costituiscono il 95% dell’universo.

Stima della distribuzione della massa-energia nell'universo (rilevazioni del 2013): Energia oscura, Materia oscura, Materia conosciuta




fonte:https://oggiscienza.it/2016/09/13/problemi-modello-standard-fisica-materia-oscura/

mercoledì 6 maggio 2020

STEP#14 - OMBRA DEL BUCO NERO

L'ombra del buco nero al centro di M87, una enorme galassia a circa 55 milioni di anni luce dalla Terra

Sono passati 100 anni esatti dalla prima immagine che rivoluzionò la fisica moderna anche agli occhi del grande pubblico. Quella scattata durante l’eclissi di Sole del 29 maggio 1919 diede al mondo la prova che la teoria della Relatività generale di Einstein era corretta. Sulla pellicola di Sir Arthur Stanley Eddington comparivano stelle in una posizione diversa da quella che avrebbero dovuto occupare: era la prova che il campo gravitazionale del Sole è in grado di piegare anche la luce, predizione fondamentale della teoria della Relatività.



Ora siamo davanti a un altro disco nero che oscura la vista della luce di sfondo, quella emessa dal gas caldo, che circonda questo ciclope cosmico, in caduta verso l'orizzonte degli eventi. La massa del buco nero è quasi sette miliardi di volte quella della nostra stella, il diametro 40 miliardi di chilometri, oltre 260 volte la distanza Terra-Sole, abbastanza da contenere tutto il Sistema solare. Di conseguenza, il suo orizzonte degli eventi è molto esteso e per questo è stato scelto come uno degli obiettivi del progetto Eht. È molto distante, ma talmente massiccio da apparire grande, osservandolo da Terra, come quello al centro della Via Lattea, Sagittarius A, che si trova a meno di 25mila anni luce e che pesa ‘appena' qualche milione di soli. A differenza di Sag. A, è un quasar, un buco nero parecchio attivo, divora gas e proietta getti materia a velocità prossime a quelle della luce. Ed è proprio grazie a questa radiazione che possiamo osservare buchi neri lontani milioni o miliardi di anni luce.






STEP#13 - LA FORMULA PIÙ FAMOSA DELLA FISICA


Albert Einstein arrivò alla sua formula, che tra tante altre cose contiene la bomba atomica, in un saggetto di 3 pagine pubblicato il 27 settembre 1905 sugli “Annalen der Physik”. Poco più di una nota a margine dell’ampio lavoro principale già comparso sulla stessa rivista nel mese di giugno “Sulla elettrodinamica dei corpi in movimento”: titolo modesto che sotto le parole arcane nasconde la “relatività speciale” o “ristretta”, epica rivoluzione scientifica del Novecento.

Annalen der Physik


E = mc^2 significa che l’energia (e) è uguale alla massa (m) moltiplicata per la velocità della luce (c, dall’iniziale della parola latina celeritas – Einstein scriveva ancora V) elevata al quadrato. Dato che c vale 300 mila chilometri al secondo, il moltiplicatore è molto grande. Si intuisce subito che in una piccolissima quantità di materia si nasconde una enorme quantità di energia.


fonti:


sabato 2 maggio 2020

VISIONE DELLA CHIESA CATTOLICA NEI CONFRONTI DEL RELATIVISMO

Nella visione cattolica il relativismo culturale è ritenuto inaccettabile quando diventa relativismo etico e mette in dubbio le verità rivelate che sono oggetto della fede cattolica.
il 18 aprile 2005 l'allora cardinale Ratzinger affermava in un'omelia del relativismo:

<<Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un'altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo.>>




La Chiesa afferma di rispettare le culture diverse dalla propria, mentre, secondo i critici della visione cattolica, il paradosso di queste posizioni sta proprio nella non accettazione da parte della Chiesa cattolica, della medesima importanza tra le culture, compresa quella cattolica (al contrario sei "relativisti", che affermano di accettare di buon grado anche la cultura cattolica, purché non sia imposta a coloro che cattolici non sono).

fonte:



mercoledì 29 aprile 2020

STEP#12 - RELATIVISMO NEL PENSIERO MEDIEVALE E MODERNO


Il relativismo nel pensiero medievale
L'uso del termine "relativo" si afferma fin dai primi tempi della filosofia medievale: così Agostino contrappone il relative al substantialiter, e Tommaso d'Aquino definisce più tardi l'esse relative come l'ad aliud se habere, il "riferirsi ad altro". Il termine prende quindi il posto, nel linguaggio filosofico latino, del greco -πρός τι (ad quid), che Aristotele aveva fissato ed elevato a rango di categoria. Il relativismo, del quale sussistono naturalmente infinite varietà, si presenta anzitutto in due aspetti fondamentali. L'uno è quello per cui l'ineliminabile relazione, che condiziona la conoscenza del reale, è quella costituita dalla dualità del soggetto e dell'oggetto. L'altro relativismo è quello per cui la relatività intrinseca al sapere non dipende dal rapporto tra il soggetto e l'oggetto ma dal fatto che ogni conoscenza attinge soltanto relazioni di fenomeni tra loro, e non mai la realtà assoluta e unitaria che sta a fondamento di quel complesso di relazioni.


Sant'Agostino


Il relativismo nel pensiero moderno
Il relativismo si ripropone nel pensiero moderno, soprattutto in connessione con lo scetticismo, come nel caso di Montaigne, che, sotto le suggestioni dei radicali mutamenti intervenuti nel sapere scientifico e delle recenti scoperte geografiche, metteva in evidenza, da un lato, la sostanziale precarietà e relatività storica di quelle che erano un tempo concepite come verità assolute (precarietà che nulla impediva quindi di attribuire anche alle nuove conoscenze), dall’altro lato, la mancanza di reale oggettività dei giudizi sulle culture ‘barbare’ del Nuovo mondo, fondati su un’illegittima assolutizzazione dei canoni di valutazione vigenti nella cultura europea. Pur tuttavia questa forma di relativismo si arrestava di fronte alla fede, senza spingersi a mettere in discussione l’autorità della religione cattolica.


Montaigne


(fonte:

lunedì 27 aprile 2020

CONFUTAZIONE DEL RELATIVISMO

Nel Teeteto assistiamo, a una quadruplice confutazione del relativismo:

1.Protagora cade, in una contraddizione pragmatica perché, pur sostenendo che tutte le opinioni sono vere, atteggiandosi a maestro (dunque come qualcuno che sapesse qualcosa che gli altri ignorano), si comporta come se avesse qualcosa da insegnare agli altri;

2.non è possibile identificare conoscenza e sensazione, come il relativismo fa, perché noi sappiamo anche cose che semplicemente ricordiamo; può darsi, quindi, che, come un cubo, veduto, può apparire secondo diverse prospettive, ma noi sappiamo che è un cubo, in generale ciò che sappiamo, diversamente da ciò che percepiamo (e che, quindi, crediamo), sia la stessa cosa per tutti e non diversa per ciascuno;

3.Protagora cade, poi, in una contraddizione teorica (o logica) perché, sostenendo che tutte le opinioni sono vere, deve ammettere la verità anche del punto di vista di chi nega lo stesso relativismo sofistico;

4.il relativismo, non spiega, infine, perché alcune opinioni riguardanti eventi futuri sono verificate (sono costituite da ipotesi che “salvano i fenomeni”), mentre altre sono smentite, il che sembra suggerire che non tutte le opinioni siano uguali e che si possa distinguere, sotto questo profilo, chi ha scienza da chi non ce l’ha.

Socrate e Platone



domenica 26 aprile 2020

STEP#11 - RELATIVITÀ DEI NUMERI AL TEMPO DEL COVID-19

Questa pandemia che ci assedia fa barcollare vistosamente molte convenzioni. Cominciando dalla tutt’altro che assoluta certezza dei numeri come misura oggettiva d’ogni cosa.
Per esempio, la somma ufficiale dei contagiati nei 20 paesi latinoamericani è al momento ben oltre i 60mila, circa 2600 quella dei morti. Ma come sappiamo, sono numeri che ancora per settimane appaiono destinati a crescere con il correre dei minuti. E comunque vengono contabilizzati nei vari paesi con criteri non del tutto omogenei e in molti casi sostanzialmente diversi, pertanto difficili da comparare se non molto (anche troppo) grosso modo.
Ben più significativa è invece la comparazione dei comportamenti seguiti da ciascun governo per difendere la salute dei cittadini, dei criteri che li hanno orientati e dei risultati che ne sono conseguiti.



giovedì 9 aprile 2020

STEP#9 - LA QUARTA DIMENSIONE

Pablo Picasso, Ritratto di Ambroise Vollard, 1909-10, Museo Puškin, Mosca
Picasso mostra la sua “teoria della relatività” proprio nel periodo in cui Einstein la tratta scientificamente (1915, il tempo e lo spazio sono relativi e modificabili dalla velocità), dimostrando ancora una volta che l’arte arriva sempre prima di ogni grande evento. Il concetto della relatività diventa deflagrante anche in un contesto più allargato e tende a svalutare l’assolutezza dell’universo e della vita (politica, sociale, economica, religiosa) in una società che finge e che artisti e scienziati invitano a superare.

STEP#8 - TEETETO E LA CRITICA AL RELATIVISMO

«Io sostengo che la verità è proprio come io ho scritto: ciascuno di noi infatti è misura delle cose che sono e di quelle che non sono. Ma esiste una differenza incolmabile tra l'uno e l'altro proprio su questo punto, perché le cose appaiono in modo diverso all'uno e in modo diverso ancora all'altro. E io sono tanto lontano dal sostenere che non esiste sapienza e uomo sapiente, che anzi chiamo uomo sapiente quello che a uno di noi, al quale le cose appaiono e sono cattive, farà cambiare opinione, in modo che le cose gli appaiano e siano buone.»
(Teeteto 166d)

Teeteto (Θεαίτητος
Il racconto si apre con un breve dialogo introduttivo tra Euclide, discepolo di Socrate e Terpsione, anche lui discepolo di Socrate e testimone della sua morte. Assiste al dialogo, senza prendere la parola, Socrate il giovane, maestro di Aristotele nei primi tre anni del soggiorno ateniese. Argomento centrale del dialogo è la definizione del concetto di scienza (πιστήμη). Alla questione vengono date nel corso del dialogo delle risposte. Quella che più ci interessa è proprio la critica al concetto. La scienza viene discussa attraverso un esame critico dell’eraclitismo che sarebbe alla base del relativismo di Protagora, mentre si rimanda l’esame critico della dottrina eleatica. La seconda definizione di scienza è quella di «opinione vera» (ληϑής δόξα) e viene respinta (187 a-201c) attraverso una serie di obiezioni, ultima delle quali quella per cui in termini logici è impossibile definire cosa sia un’opinione falsa se prima non si sia stabilito cosa è scienza. La terza definizione di scienza è «opinione vera accompagnata da ragionamento» (φη δ τν μν μετ λόγου ληϑ δόξαν πιστήμην εναι; 201 c), anch’essa respinta con una serie di obiezioni che portano alla conclusione aporetica del dialogo.

frontespizio Teeteto



STEP#7 - TEMPO RELATIVO

Il Tempo è 

Il tempo è
troppo lento per coloro che aspettano,
troppo rapido per coloro che temono,
troppo lungo per coloro che soffrono,
troppo breve per coloro che gioiscono;
ma per coloro che amano,
il tempo non è.

– Henry Van Dyke


Van Dyke: https://it.wikipedia.org/wiki/Henry_van_Dyke)

venerdì 3 aprile 2020

STEP#6 - REALTÀ DINAMICA E SOGGETTIVA

PIRANDELLO
Alla base della visione del mondo e della letteratura pirandelliana c'è l'idea secondo cui la realtà non è statica ma dinamica: essa non è mai mobile, ferma, ma è vita, in continuo movimento, eterno divenire, incessante trasformazione da uno stato all'altro. La realtà è un flusso continuo ed infinito: il mondo non è mai uguale a se stesso, perché e ogni cosa cambia, in ogni momento della sua esistenza. Proprio perché considerata come flusso continuo, non può essere fissata in schemi precisi, rigidi e totalizzanti. La visione pirandelliana si basa, dunque, su una forma di relativismo conoscitivo: non esiste una verità assoluta, ma tutto è relativo, dipende cioè dalla visione del mondo di ogni soggetto.



Frontespizio di "Uno, nessuno e centomila"
Una delle opere che meglio esalta il concetto di frantumazione dell’io e del relativismo è "Uno, nessuno, centomila".
Il libro inizia con l’osservazione da parte della moglie del protagonista sul fatto che il naso del marito pende a destra. Questa affermazione sconvolge il protagonista, perché lui non aveva MAI notato che il suo naso pendesse a destra. Da lì, comincia ad osservarsi allo specchio e nota altri difetti di se stesso che non aveva mai visto e si rende conto di non essere esattamente quello che aveva sempre pensato di essere, ma un altro uomo o, in realtà, tanti altri. Al di là della trama del libro, che non sto qui a raccontare interamente, il concetto che viene esaltato nel corso della narrazione è che il nostro comportamento varia a seconda delle circostanze e delle persone con cui ci troviamo. 

MONTAIGNE

“Ognuno chiama barbarie quello che non è nei suoi usi; sembra infatti che noi non abbiamo altro punto di riferimento per la verità e la ragione che l’esempio e l’idea delle opinioni e degli usi del paese in cui siamo. Ivi è sempre la perfetta religione, il perfetto governo, l’uso perfetto e compiuto di ogni cosa”.

Montaigne ha degli aspetti incredibilmente moderni nella sua filosofia, seppure collocati in un contesto regressivo, sfiduciato nei confronti della possibilità di cambiare le cose in maniera qualitativa, o di risolvere le principali contraddizioni sociali.
Generalmente viene considerato uno scettico o un relativista, ma solo perché in Europa occidentale si è spesso alle prese con filosofi o politici o economisti abbastanza unilaterali.
Uno dei saggi di Montaigne che esprime al meglio il concetto del relativismo stesso è "Dei Cannibali"

Frontespizio di "Dei cannibali"

Montaigne, introducendo per la prima volta il concetto di relativismo culturale, ha affermato che non può essere considerato barbaro tutto ciò che è diverso dalla tradizione europea. Non è possibile assumere il modello del Vecchio Mondo come parametro per giudicare, sottovalutare e condannare le altre tradizioni, le altre culture.