venerdì 29 maggio 2020

STEP#21 - L'ETICA DEL RELATIVISMO

La concezione relativista, negli ultimi tempi, non ha mancato di essere oggetto non solo di numerosi fraintendimenti, ma anche di reazioni emotive fortemente contrastanti. 

Da un punto di vista etico, l'argomento a difesa della relatività dei valori può essere riassunto nella seguente inferenza: «Culture differenti hanno codici morali diversi. Dunque, non può esserci alcuna verità oggettiva in ambito morale. Giusto ed ingiusto sono solo una questione di opinioni, e le opinioni variano da cultura a cultura»
L'assurdo dell'argomentazione risiede nel fatto che la conclusione non segue dalla premessa, perché mentre questa riguarda la diversità delle credenze, l'altra ha la pretesa di dirci l'oggettività dei fatti.

Questo è il modo in cui anche K. Popper debellava l'argomento relativista quando affermava che:

<<Se le due parti si trovano in disaccordo, ciò può significare che l'una o l'altra o entrambe sono in errore: questa è la posizione di chi adotta un atteggiamento critico. Quel disaccordo non significa, come pretende il relativista, che entrambe possono avere parimenti ragione. Esse, senza dubbio, possono essere entrambe in errore, anche se non necessariamente. Ma chiunque afferma che essere parimenti in errore significa aver parimenti ragione non fa altro che un gioco di parole o un gioco di metafore>>.

Karl Popper
Inoltre, se, come affermano i sostenitori del relativismo etico , vale il principio di equivalenza di ogni prescrizione morale, ciò non può non avere effetti esiziali sulla società; se infatti non esiste una Verità assoluta di riferimento in base a cui poter distinguere il bene dal male, allora tutto è lecito, affermazione che pretende di porsi a sua volta come una norma assoluta, a dispetto del presunto carattere "non prescrittivo" del relativismo.


fonti:


Nessun commento:

Posta un commento