mercoledì 6 maggio 2020

STEP#14 - OMBRA DEL BUCO NERO

L'ombra del buco nero al centro di M87, una enorme galassia a circa 55 milioni di anni luce dalla Terra

Sono passati 100 anni esatti dalla prima immagine che rivoluzionò la fisica moderna anche agli occhi del grande pubblico. Quella scattata durante l’eclissi di Sole del 29 maggio 1919 diede al mondo la prova che la teoria della Relatività generale di Einstein era corretta. Sulla pellicola di Sir Arthur Stanley Eddington comparivano stelle in una posizione diversa da quella che avrebbero dovuto occupare: era la prova che il campo gravitazionale del Sole è in grado di piegare anche la luce, predizione fondamentale della teoria della Relatività.



Ora siamo davanti a un altro disco nero che oscura la vista della luce di sfondo, quella emessa dal gas caldo, che circonda questo ciclope cosmico, in caduta verso l'orizzonte degli eventi. La massa del buco nero è quasi sette miliardi di volte quella della nostra stella, il diametro 40 miliardi di chilometri, oltre 260 volte la distanza Terra-Sole, abbastanza da contenere tutto il Sistema solare. Di conseguenza, il suo orizzonte degli eventi è molto esteso e per questo è stato scelto come uno degli obiettivi del progetto Eht. È molto distante, ma talmente massiccio da apparire grande, osservandolo da Terra, come quello al centro della Via Lattea, Sagittarius A, che si trova a meno di 25mila anni luce e che pesa ‘appena' qualche milione di soli. A differenza di Sag. A, è un quasar, un buco nero parecchio attivo, divora gas e proietta getti materia a velocità prossime a quelle della luce. Ed è proprio grazie a questa radiazione che possiamo osservare buchi neri lontani milioni o miliardi di anni luce.






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