giovedì 9 aprile 2020

STEP#8 - TEETETO E LA CRITICA AL RELATIVISMO

«Io sostengo che la verità è proprio come io ho scritto: ciascuno di noi infatti è misura delle cose che sono e di quelle che non sono. Ma esiste una differenza incolmabile tra l'uno e l'altro proprio su questo punto, perché le cose appaiono in modo diverso all'uno e in modo diverso ancora all'altro. E io sono tanto lontano dal sostenere che non esiste sapienza e uomo sapiente, che anzi chiamo uomo sapiente quello che a uno di noi, al quale le cose appaiono e sono cattive, farà cambiare opinione, in modo che le cose gli appaiano e siano buone.»
(Teeteto 166d)

Teeteto (Θεαίτητος
Il racconto si apre con un breve dialogo introduttivo tra Euclide, discepolo di Socrate e Terpsione, anche lui discepolo di Socrate e testimone della sua morte. Assiste al dialogo, senza prendere la parola, Socrate il giovane, maestro di Aristotele nei primi tre anni del soggiorno ateniese. Argomento centrale del dialogo è la definizione del concetto di scienza (πιστήμη). Alla questione vengono date nel corso del dialogo delle risposte. Quella che più ci interessa è proprio la critica al concetto. La scienza viene discussa attraverso un esame critico dell’eraclitismo che sarebbe alla base del relativismo di Protagora, mentre si rimanda l’esame critico della dottrina eleatica. La seconda definizione di scienza è quella di «opinione vera» (ληϑής δόξα) e viene respinta (187 a-201c) attraverso una serie di obiezioni, ultima delle quali quella per cui in termini logici è impossibile definire cosa sia un’opinione falsa se prima non si sia stabilito cosa è scienza. La terza definizione di scienza è «opinione vera accompagnata da ragionamento» (φη δ τν μν μετ λόγου ληϑ δόξαν πιστήμην εναι; 201 c), anch’essa respinta con una serie di obiezioni che portano alla conclusione aporetica del dialogo.

frontespizio Teeteto



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