venerdì 3 aprile 2020

STEP#6 - REALTÀ DINAMICA E SOGGETTIVA

PIRANDELLO
Alla base della visione del mondo e della letteratura pirandelliana c'è l'idea secondo cui la realtà non è statica ma dinamica: essa non è mai mobile, ferma, ma è vita, in continuo movimento, eterno divenire, incessante trasformazione da uno stato all'altro. La realtà è un flusso continuo ed infinito: il mondo non è mai uguale a se stesso, perché e ogni cosa cambia, in ogni momento della sua esistenza. Proprio perché considerata come flusso continuo, non può essere fissata in schemi precisi, rigidi e totalizzanti. La visione pirandelliana si basa, dunque, su una forma di relativismo conoscitivo: non esiste una verità assoluta, ma tutto è relativo, dipende cioè dalla visione del mondo di ogni soggetto.



Frontespizio di "Uno, nessuno e centomila"
Una delle opere che meglio esalta il concetto di frantumazione dell’io e del relativismo è "Uno, nessuno, centomila".
Il libro inizia con l’osservazione da parte della moglie del protagonista sul fatto che il naso del marito pende a destra. Questa affermazione sconvolge il protagonista, perché lui non aveva MAI notato che il suo naso pendesse a destra. Da lì, comincia ad osservarsi allo specchio e nota altri difetti di se stesso che non aveva mai visto e si rende conto di non essere esattamente quello che aveva sempre pensato di essere, ma un altro uomo o, in realtà, tanti altri. Al di là della trama del libro, che non sto qui a raccontare interamente, il concetto che viene esaltato nel corso della narrazione è che il nostro comportamento varia a seconda delle circostanze e delle persone con cui ci troviamo. 

MONTAIGNE

“Ognuno chiama barbarie quello che non è nei suoi usi; sembra infatti che noi non abbiamo altro punto di riferimento per la verità e la ragione che l’esempio e l’idea delle opinioni e degli usi del paese in cui siamo. Ivi è sempre la perfetta religione, il perfetto governo, l’uso perfetto e compiuto di ogni cosa”.

Montaigne ha degli aspetti incredibilmente moderni nella sua filosofia, seppure collocati in un contesto regressivo, sfiduciato nei confronti della possibilità di cambiare le cose in maniera qualitativa, o di risolvere le principali contraddizioni sociali.
Generalmente viene considerato uno scettico o un relativista, ma solo perché in Europa occidentale si è spesso alle prese con filosofi o politici o economisti abbastanza unilaterali.
Uno dei saggi di Montaigne che esprime al meglio il concetto del relativismo stesso è "Dei Cannibali"

Frontespizio di "Dei cannibali"

Montaigne, introducendo per la prima volta il concetto di relativismo culturale, ha affermato che non può essere considerato barbaro tutto ciò che è diverso dalla tradizione europea. Non è possibile assumere il modello del Vecchio Mondo come parametro per giudicare, sottovalutare e condannare le altre tradizioni, le altre culture.

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